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Lettera senza titolo

  • giordanomichela99
  • 19 feb 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Questa è una lettera come tante, una lettera di un’anima al suo innamorato. E’ la lettera di un’anima e del suo dolore. E’ la lettera di una povera anima arida che cerca aiuto. Se tu riesci ad aiutarla, te ne prego…aiutala. Non chiede altro se non aiuto.

«Aiutatemi, ve ne prego, perché non so più chi sono.

Amore mio, prendi quest’anima, lasciati travolgere dal suo candore, dalla sua limpida emozione per te, così simile. Amore mio non aver paura di cadere tra le mie paure, tra le braccia di un’anima così fragile, così piccola ma infinitamente pura. Prendimi amore come sai fare tu, silenzioso. Non ho bisogno di rumore, di consigli, di amici falsi, di speranze illusorie. Aiutami, amore mio, aiutami a tirarmi su perché tutto questo è troppo forte per me»

Lasciate che ve parli un po’, lasciatemi spendere due parole per quest’anima sola. Io che sono parte di lei, corpo di lei. Non vorrebbe mai fare del male a nessun’altra anima e proprio adesso mi sta parlando piangendo per dirmi questo: «perdona il mio istinto se a volte non ascolto la ragione».

Lei è così bugiarda ma così vera come nessun’altro al mondo. Parole al vento che lasciano la loro ombra dentro di lei perché è nella profondità sua che ogni cattiveria riesce a toccare le corde della sua sofferenza. Lei perdona sempre, e credici anche tu, tu che stai perdendo secondi importanti per leggere questa richiesta di aiuto. Ha bisogno di tempo per capire, il tempo che è stato sempre suo nemico durante la sua breve vita. Invidia, gelosia, paure, ansia, depressione sono radicate come il male nel mondo. Il male che è nella sua testa, nel suo cervello che crede a tutto quello che guada e che legge. Il male che è lei stessa. Lei stessa è il male del mondo e di chi le sta accanto. La sua anima è il male del suo corpo. Essere troppo sensibile è il male dell’essenza. Non lasciare mai da sola questa povera anima. Ti prego abbi pietà di lei che non sa più ormai dove vagabondare, dove rilassare i suoi nervi. I nervi che prendono il sopravvento e mandano via tutto e tutti. Quando è sola piange questa povera anima. Piange lacrime amare, nere, sole, disperate. Non vuole però raccontare. La parola è più grande di lei, povera foglia staccata dal suo ramo, dalla sua fonte. Senza perla interiore non sa più chi sia, non sa più cosa sia la vita che ha davanti che la chiama ma che fa finta di non ascoltare. «Ascoltare, ascoltare amore mio questa anima senza più essenza». Ascoltare la sua paura, la sua solitudine. «Tu lo fai con amore immenso, tu riesci a tirarmi su, solo tu amore mio ne hai la forza. Non lasciarla più sola, te ne prego». Non hai mai visto quest’ anima nel suo passato, non giudicare quindi. Non giudicare le frecce di un’anima stanca ma ancora giovane, fresca e felice solo al mare perché fatto della stessa materia di cui è fatta questa anima. Lascia l’apparenza, ascolta la fantasia che avverti in lei. Prendila come hai sempre fatto, te ne prego e vivila perché non ha mai raccontato di sé alle altre anime. Ha paura di loro, ha paura di poter essere giudicata per la sua pesantezza. Ha paura di lasciarsi attraversare facilmente perché ha paura della cattiveria. Di te non ha paura, non ne ha mai avuta «perché sei vero, amore mio». Impossibile far le padrone della nostra vita…impossibile incatenare questa povera anima sofferente alle catene del mondo terreno, dove tutto può accadere e dove la via tra il bene e il male non si distingue più. «Amore mio, tu conosci questa anima e gli occhi che la rappresentano. Solo gli occhi, nient’altro può riuscire a stringerla così forte. Nemmeno uno specchio potrebbe riuscirci quanto gli occhi. Quest’anima non è cattiva, amore mio, e non lo sarà mai perché lontana dalla miseria umana. Sono io che parlo, amore mio, sono l’anima di un corpo travolto dal dolore. Sono l’anima di un corpo che mi da vita ma sono piccola qui, non riesco a starci dentro nonostante tutto. Ho lasciato passare tanto tempo e ora che ti ho davanti non voglio più farlo perché sei risorsa, sei strada che porta alla vita, amore mio…la parte migliore» Portala con te, chiunque tu sia, amore di un’anima abbandonata al suo destino funesto. Chiunque tu sia non lasciare abbandonate queste parole perché sono note amare di un’anima vera e ora viva che forse tra poco non ci sarà più perché non vivrà più. Non lasciare che la sua clessidra finisca perché ha ancora tanto da donare. Mi permetto di difendere questa anima perché io sono il suo corpo e chiedo aiuto perché tutto questo sta distruggendo e logorando entrambi. Addio e ricorda queste parole se puoi e se vuoi portare con te nel cuore questo dolore.

 
 
 

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