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L'arte di scrivere...lettere

  • giordanomichela99
  • 17 feb 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Oh le lettere...le care antiche lettere...

Chi ha ancora così tanta immaginazione da scrivere lettere con penna su foglio? Forse non riusciremmo a contenere l'emozione di spedire una lettera scritta proprio da noi?

Quale altro motivo ci terrebbe così lontani dalla magia della scrittura di una semplice lettera? Un foglio dovrebbe spaventarci così tanto? Beh si...molto.

Non riuscite a immaginare che potere potrebbe avere una lettera? Allora restate con me e scopritelo ricordando sempre che “quando un uomo invece di scrivere poesie, scrive lettere, è finito. Più che i baci, le lettere mescolano le anime..."

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Quest'uomo con gli occhi così profondi, così immersi nella fantasia della natura e dell'anima...così infinitamente persi nel vuoto della consapevolezza della natura umana. Si sto parlando proprio di Johann Wolfgang von Goethe.

So già a cosa state pensando proprio ora. Che collegamento è possibile creare tra quest'autore e Van Gogh? Beh lasciate accesa la curiosità e continuate a leggere con occhi sempre attenti e profondi come i suoi. A proposito di curiosità...


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Sapevate che Goethe era un viaggiatore amante dell'Italia? Definì l'Italia come "il paese dei giardini" e rimase affascinato dal Giardino Giusti a Verona. Si dice che un cipresso situato in questo giardino abbia preso nome proprio da...indovinate? E' chiamato "Cipresso di Goethe" che lo descrisse nel suo "Viaggio d'Italia": "Stamane mi ha stupito che mentre tutti venivano dal mercato portando in mano un ricordo di quello, o fiori, o legumi, od aglio, tutti volgessero lo sguardo ad un ramoscello di cipresso, che portavo in mano. Avevo tolto quei rami dal giardino Giusti, dove sorgono cipressi giganteschi, a grande altezza, a forma di piramide. Che albero stupendo! Tutti i rami, giovani e vecchi, dalla base al vertice si drizzano tutti verso il cielo".


La nostra Italia ha colpito tantissimi personaggi oggi tanto conosciuti. Ma cosa ha rapito me invece, e spero anche voi alla fine di questo blog, di questo autore tedesco meraviglioso?


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Qualcosa mi dice che tutto questo riguarda le nostre amatissime lettere...

Si tratta infatti di romanzo epistolare!

Quante volte ci è capitato di pensare al pessimismo che accerchia il protagonista di questo racconto? O anche...quanti credono che questo sia un romanzo sentimentale? Beh non esiste errore più grande! Tutto si concentra sull'anima e sullo stato d'animo di Werther. Infatti da "Leiden"... sofferenze, dolori, passione...tutto ci sembra un cerchio che si richiude su se stesso con un finale che trasporta ognuno di noi nel suo limbo. Ma non abbiate paura perché a soccorrere la nostra anima, che si unirà sempre più a quella del nostro "sfortunato" giovane, ci sarà il nostro eroe...l'editore che ha raccolto tutte le lettere di Werther e che ha pensato benissimo di pubblicare per rendere conosciuta questa storia "assurda" e così triste, pessimista che racconta la storia di un giovane scansafatica che non vuole lavorare perché troppo "ozioso" e preso dalla natura e dalla bellezza delle passioni dell'anima. (Opinioni della maggior parte della società). Insomma un giovane non conformato rispetto ai suddetti "filistei". Filistei? Conoscete tutti i borghesi del tempo? Gente "nobile d'animo, lavoratrice e macchina della società? Grazie a questi uomini si è sviluppato quel sistema sociale caratterizzato da norme e regole che tutti devono rispettare. Quella società fatta da uomini omologati e soprattutto governati dal lavoro ossessivo che sviluppa la ricchezza! Che meraviglia essere ricco! Ma aspettate...queste considerazioni non sono di certo mie. Sono di borghesi dell'epoca ovviamente, o forse non solo dell'epoca...

Le mie rispettano quelle del nostro giovane protagonista che lotta per raggiungere la libertà nella sua solitudine. Antagonista della noia e dell'omologazione che sono troppo forti nel suo caso, cerca il riflesso della sua anima nel cuore di ogni persona che incontra. Cerca la sua storia nell'anima di una donna che crede possa salvarlo dalla sua ossessione per la ricerca della salvezza. "Lotte...oh Lotte...addio, addio, addio".

Leggere per scoprire. Non vi toglierà nulla ma vi "darà conforto" nella vostra solitudine, nel dolore che si prova nel cuore anche se si cerca di nasconderlo.

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“Tu, anima buona, che come lui senti l'interno tormento, attingi conforto dal suo dolore, e fai che questo scritto sia il tuo amico, se per colpa tua o della sorte non puoi trovarne di più intimi.”







Ecco la prima curiosità!

La parola "Leiden" che compare nel titolo originale si riferisce alle "passioni" di Werther. Bene questa parola fu molto criticata perché ricordiamo che la stessa parola fu usata per definire anche "la passione di Cristo". Un possibile paragone tra Cristo e Werther ha scatenato la critica che senza dubbio ha contestato questa scelta di Goethe. "Paragone tra Cristo e Werther? Che volgarità!"


Seconda curiosità?

Quando per la prima volta fu pubblicato "Die Leiden des jungen Werther" (1774) molti giovani che lessero il racconto rimasero talmente intrappolati nel limbo del dolore e della sofferenza di Werther che decisero di seguire le sue orme. Infatti furono tanti i suicidi che seguirono alla lettura di questo potente strumento! Quindi fate attenzione!


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Povero il nostro Goethe! Accusato "ingiustamente" di aver indotto i ragazzi all'istinto suicida! Che peso enorme! Già...scrivo "ingiustamente" perché l'intenzione del nostro autore non era di certo questa. Goethe è l'uomo che celebra la vita, celebra soprattutto l'AZIONE umana. Ha voluto darci, con l'amore dell'uomo più benevolo del mondo, quest'esempio di giovane sopraffatto dalla sofferenza e dalla sensazione di vuoto continuo interiore che, come noi possiamo benissimo confermare, attanaglia tutti almeno una volta nella vita. Ma solo per trasmetterci la voglia continua di "succhiare il latte della vita". Beh anche l'editore scrive all'inizio del libro..."Voi non potrete negare la vostra ammirazione e il vostro amore al suo spirito e al suo cuore, le vostre lacrime al suo destino. Ma tu che, come lui, senti l'interno tormento, attingi conforto dal suo dolore".

Gettati tra le braccia della sua anima sofferente, assorbi tutto il dolore di un corpo in pena ma ricorda, allo stesso tempo, di stare lontano. Non chiuderti come lui tra le mura di una stanza per scrivere lettere che trasmettono ansia, paura e morte. Cambia quello che non va bene nella tua vita, abbi il coraggio di cambiare, di volare tra il cielo stellato di Van Gogh. Abbi il coraggio di fare ciò che il povero e "sfortunato" Werther non ha avuto la forza di fare. Salvati, almeno tu.


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